Febbraio 2021 Lisa Polese

La sfida della delega: gestire o guidare?

“Puoi comprare il mio tempo, ma non la mia mente” – Michelangelo –

Lo sapevi che la Cappella Sistina a Roma fu eretta per volontà del pontefice Sisto IV Della Rovere come sua cappella privata, facendola affrescare dai più conosciuti artisti del momento?

In totale stato di abbandono, nel 1503, grazie al pontefice Giulio II nipote di Sisto, ripresero i lavori di decorazione della cappella, chiamando a Roma il grande Michelangelo Buonarroti, in quel momento molto apprezzato nella città. La proposta era quella di affrescare tutta la cappella per una superficie vastissima, compresa la volta. L’artista, conosciuto soprattutto come scultore, decise di accettare l’incarico non solo per il proficuo guadagno, ma soprattutto per dimostrare al mondo il suo grande talento anche nella pittura.

Tuttavia Michelangelo si rese subito conto che non avrebbe potuto svolgere tutta quella mole di lavoro da solo, era un’impresa enorme da realizzare per chiunque, soprattutto perché la procedura scelta fu l’affresco, tecnica pittorica non facile da realizzare. Per questo decise di chiamare da Firenze la manovalanza, ovvero i suoi aiutanti fidati

Per procedere nell’affresco, venivano fatti dei disegni preparatori che venivano trasferiti sull’arriccio o intonaco, in due modi: ripassando i contorni del disegno con uno stiletto appuntito di ferro che lasciava il segno sul muro, oppure bucherellando i contorni del disegno in modo da realizzare tanti piccoli fori che, spolverati di polvere di carbone, lasciavano sul muro una rappresentazione composta da tantissimi puntini, che in seguito venivano collegati tra loro per riformare l’intero disegno.

Era una tecnica lunga e precisa, che richiedeva un veloce e costante lavoro certosino senza possibilità di errore. Ma gli errori furono commessi lo stesso perché Michelangelo era in costante sperimentazione delle tecniche da adottare e dei materiali da usare, inoltre anche il clima non lo aiutò nella sua impresa.

Tutto questo portò più volte l’artista a momenti di profonda crisi, ma lui non si arrese mai, la sua voglia di emergere rispetto alla concorrenza del tempo era tale che lo spronò sempre ad andare avanti ed i suoi assistenti non lo abbandonarono mai.

Furono nove lunghissimi anni di sofferenza e duro lavoro per Michelangelo e i suoi aiutanti, tanto da lasciare in loro seri problemi di salute. Inoltre il brutto carattere dell’artista non giovò certo allo  spirito del gruppo. Ma la grande opera era ormai compiuta (1512) grazie all’aiuto dei suoi validi assistenti e tutti lo acclamarono per il grande Maestro che ancora oggi conosciamo. 

“Mettere in discussione se stessi è il modo migliore per capire gli altri” – Michelangelo –

Indubbiamente Michelangelo non sarebbe mai riuscito nella sua grande impresa senza il gruppo dei suoi assistenti e come un leader ha valutato la quantità di lavoro da svolgere condividendola con i suoi collaboratori per ottenere il risultato finale. Questo fa capire quanto sia importante ancora oggi, nel lavoro, “delegare” agli altri per il raggiungimento di uno scopo comune. 

Ma allora perché risulta così difficile delegare? Il significato della parola stessa, già ci fa capire il suo valore. Delegare significa “affidare ad altri l’esercizio di funzioni o poteri propri” e ci fornisce anche la risposta alla domanda. Ciò che ci frena è la paura, la paura di perdere il controllo sul proprio potere personale. Perché?

La paura è un istinto naturale incontrollato che ci spinge ad avere atteggiamenti o convinzioni che spesso limitano il nostro campo d’azione. Abbiamo paura di non essere riconosciuti come leader per il lavoro svolto dal team, abbiamo paura di assumerci la responsabilità di un lavoro non svolto da noi, abbiamo paura di essere messi in ombra dai nostri stessi collaboratori, abbiamo paura di rimanere senza compiti da svolgere, abbiamo paura di perdere  il potere del  nostro ruolo e del nostro essere indispensabili.

Tutto questo deriva dal fatto che probabilmente, siamo abituati a svolgere questo tipo di attività da soli, perché siamo totalmente incapaci di fidarci degli altri e del loro lavoro. Non riusciamo ad accettare gli errori altrui perché in noi risiede l’eccellenza. Riteniamo che sia una gran perdita di tempo istruire un altro per svolgere quello stesso compito che noi sappiamo già come fare.

Dall’altra parte anche il delegato potrebbe avere le sue paure. Paura di non essere all’altezza del compito che gli è stato affidato, paura di assumersi troppe responsabilità, paura di non sapere gestire la cosa o paura di “affogare” nel lavoro.

“L’esperienza ha poco da insegnare se non viene vissuta con umiltà” – Michelangelo –

Se prendiamo consapevolezza di queste nostre paure, stiamo già attivando il processo che ci porterà al delegare. Sì, perché delegare è un processo costante e continuo che si costruisce giorno dopo giorno con i nostri collaboratori, è una sorta di tacito accordo di stima reciproca, dove le due parti si impegnano a prendersi ognuno la responsabilità del proprio operato, per il raggiungimento di un comune unico obiettivo. 

Quindi per costruire un buon rapporto di fiducia per prima cosa dovremmo rinunciare al nostro ego e al nostro eccesso di critica verso gli altri. 

Poi, stabiliamo cosa delegare e a chi vogliamo delegarlo, in modo da essere efficaci nella nostra richiesta, sapendo già di investire parte del nostro tempo nella formazione del delegato. Ricorda, quello che investi oggi te lo ritroverai domani, perché starai insegnando ai tuoi collaboratori come poter svolgere quel lavoro, mostrandogli la via per raggiungere l’obiettivo.

Questo presuppone il fatto di essere disponibili e comprensivi verso di loro anche in presenza di eventuali criticità. Apprezza sempre il lavoro degli altri, in questo modo darai riconoscimento al loro contributo e aumenterai la loro autostima.

Inoltre renderai i tuoi collaboratori più motivati, andando così a potenziare:

– la loro gestione del lavoro, rendendoli più attenti e scrupolosi;

– la loro creatività e il loro spirito di iniziativa, nel cercare soluzioni ad eventuali difficoltà;

– la loro responsabilità, attraverso modelli di autovalutazione del loro operato;

– la loro soddisfazione nel lavoro, proponendo loro compiti nuovi.

Delegare ti permetterà di avere più tempo da investire in importanti attività di gestione e strategia, rendendo al tempo stesso la tua attività più produttiva!

Ricordati che per realizzare la tua Cappella Sistina hai bisogno del contributo di tutti i tuoi collaboratori, nessuno escluso. “Non è facile ma è possibile”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.